L'anatomia della trasformazione digitale: dare priorità ai dati, non agli 'Algoritmi'

Sia gli insegnanti VET che i manager delle PMI, i lavoratori autonomi e i proprietari di piccole imprese e
microimprese navigano in un ambiente online sempre più complesso, dove i dati a cui accedere, gestire, analizzare e
diffondere sono più numerosi che mai. La trasformazione digitale avrà un impatto su tutte le aree aziendali e su un
numero crescente di attività professionali e private.
La trasformazione digitale, tuttavia, è un termine più ampio che si riferisce all’intero processo di utilizzo delle
tecnologie digitali per migliorare le prestazioni organizzative. Ciò può riguardare qualsiasi cosa, dallo snellimento dei
processi al miglioramento del servizio clienti, fino allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Ma la digitalizzazione è solo
una parte della trasformazione digitale. La digitalizzazione è il processo di trasformazione dei dati in formato digitale
per renderli più accessibili e utili all’azienda. Uno dei vantaggi principali della digitalizzazione è che una volta che i dati
sono in formato digitale, possono essere facilmente trasferiti su altri dispositivi o computer, rendendoli più accessibili,
più facili da cercare, ordinare e analizzare per generare prodotti e servizi orientati a soddisfare meglio le esigenze dei
clienti, oltre a consentire previsioni accurate di guasti agli asset o della domanda dei clienti. Oggi l’intelligenza artificiale
aiuta le aziende a sfruttare e analizzare con maggiore facilità grandi quantità di dati. Ciò che è sorprendente sapere è
che la maggior parte degli algoritmi popolari in uso oggi sono liberamente disponibili perché sono i dati ad avere un
valore proprietario, non l’algoritmo utilizzato. Dunque, se i dati sono diventati una delle risorse più preziose e sono in
grado di essere generati in continuazione, per i dirigenti delle PMI dell’UE, per i lavoratori autonomi e per i proprietari
di piccole imprese e microimprese sta diventando indispensabile rivedere la propria strategia di digitalizzazione.
Solo il 20% circa delle aziende intervistate nell’ambito delle attività del progetto DigitUp implementa con successo la
digitalizzazione dei dati. In media, gli intervistati affermano che le loro organizzazioni utilizzano cinque delle 23
tecnologie digitali più rilevanti delle quali abbiamo richiesto. Anche se sono consapevoli dei vantaggi di una presenza
online, compresi i canali dei social media, le campagne di marketing e la strategia di digitalizzazione, il 60% delle aziende
intervistate ha dichiarato di non sfruttare i benefici derivanti da una presenza attiva e da una campagna di marketing
sistematica. Hanno riferito che i limiti di budget e le competenze e i talenti esistenti non sono adatti a soddisfare i
requisiti della trasformazione digitale. Molte persone, inoltre, si sentono a disagio o in ansia e considerano la
digitalizzazione dei dati come una minaccia, temendo la riduzione delle opportunità e perdita di posti di lavoro. In
questo senso, la digitalizzazione dei dati pone molte sfide alle imprese e richiede un significativo investimento di tempo
e risorse.
Per questo motivo il progetto DigitUp ritiene che le politiche pubbliche giochino un ruolo cruciale nel favorire la
trasformazione digitale delle piccole e medie imprese (PMI), fornendo un sostegno finanziario diretto e incentivi fiscali.
Queste politiche sono diventate essenziali per colmare il divario digitale e aiutare le PMI ad adattarsi all’era digitale. Offrendo assistenza finanziaria e incentivi fiscali, i governi possono ridurre l’onere finanziario per le PMI, rendendo più
fattibile per loro investire in aggiornamenti tecnologici, formazione di competenze digitali e adozione di soluzioni digitali
innovative. Questo non solo aumenta la competitività delle PMI, ma contribuisce anche alla crescita economica e alla
creazione di posti di lavoro.
In secondo luogo, sulla base delle informazioni e delle esperienze raccolte da sette Paesi europei che costituiscono il
background concettuale del progetto DigitUp e in particolare dal Consorzio di Ricerca Hypatia dall’Italia, dall’Agenzia
Europea di Sviluppo della Repubblica Ceca, da GEINNOVA dalla Spagna, da Prios dalla Norvegia, da Innovation Hive
dalla Grecia, da Synthesis da Cipro, da Balkan Bridge dalla Bulgaria, un ostacolo più significativo alla digitalizzazione è
anche quello di convincere le PMI ad acquisire e implementare nuove competenze digitali, a utilizzare nuove
tecnologie e applicazioni digitali e a innovare i processi produttivi. Di seguito riportiamo alcuni passi iniziali che le
imprese possono compiere per intraprendere il loro viaggio nella digitalizzazione:
– Identificare, elencare e valutare le aree aziendali in cui la digitalizzazione può essere utilizzata per migliorare
l’efficienza, ridurre i costi e migliorare l’esperienza dei clienti.
– Ricercare le varie tecnologie digitali disponibili sul mercato e valutare quali sono le più adatte alle esigenze
aziendali.
– Pulire, organizzare e analizzare i dati.
– Convertire i dati in un formato di facile accesso e diffusione all’interno dell’organizzazione.
– Proteggere i dati e redigere istruzioni operative in caso di violazione dei dati o di protezione dei dati.
– Formare i dipendenti sull’utilizzo dei dati e delle varie tecnologie digitali adottate.
– Monitorare i dati per verificarne l’accuratezza e la coerenza.
– Aggiornare regolarmente i dati.
In conclusione, il progetto DigitUp si propone di colmare le lacune in termini di conoscenze e risorse, fornendo
strumenti, mezzi e opportunità di networking necessari alle PMI, agli insegnanti e ai proprietari di piccole imprese per
abbracciare la trasformazione digitale. Il progetto ha sviluppato una serie completa di risorse, tra corso di formazione
accessibile, serious games, strumenti di valutazione e attività pilota, con l’obiettivo di facilitare una formazione di alta
qualità allineata alle esigenze di trasformazione digitale delle PMI.

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